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domenica 13 settembre 2009

Tatra: Meeting THT James

Invitato da Igor Koller a tenere una conferenza in occasione dell'annuale raduno del club alpinistico slovacco, colgo l'occasione per visitare i Tatra anche in estate, in compagnia di Silvia Miotti che scrisse questo pezzo per la rivista ALP:


“Vedi l’uomo che si sta avvicinando? Quello è Piacech! Fero Piacech!”, mi sussurra Martin nel suo inglese lievemente indurito dall’accento slovacco.
Pronuncio un “Oh, cavoli!” decisamente poco convinto: a dire la verità Il nome non mi diceva nulla, ma il personaggio ispirava una certa simpatia.
Fero, un signore piuttosto corpulento, sulla sessantina, in jeans e ciabatte, si appoggia svogliatamente al muro, di fianco a me, e mi offre una Winston Blu che estrae dal suo marsupio, poi continua a scolarsi la sua pivo. 
Luca, anche lui intento nella medesima attività con la birra, si illumina d’improvviso: “Fero! Fero Piacech! Ma certo..."Feri Ultra"! Tu hai aperto "Feri Ultra" sul Picco Luigi Amedeo…!”. Dall’entusiasmo arguisco che quello non è un bevitore di birra qualsiasi.
“Feri Ultra? Bhof…molto, mooolto tempo fa…”. Fero ci guarda entrambi con aria accigliata, poi alza le spalle e bofonchia in italiano qualcosa che suona come “Cosa c’entra Feri Ultra adesso? Non vedi che sto bevendo una birra? Rilassiamoci!”.
Infatti mi offre un’altra Winston, che questa volta accetto, sperando ci racconti qualcosa in più.
Ma il nostro eroe chiosa, i suoi occhi azzurri ridacchiano sornioni dietro gli occhiali, finchè, flemmatico, scuote la mano: “ Dobre…ricordo poco, troppo tempo fa…Bhof…”.
Lui forse non se li ricorda più, ma di certo i nostri compatrioti alpinisti non hanno dimenticato gli anni in cui  “I Ceki”, i temibili scalatori dell’est, diedero inizio alla campagna di  conquista delle nostre montagne, passando i confini a bordo delle loro fedeli Skoda.
Erano solo i migliori a poter partire, autorizzati dal governo di Praga, uomini scelti per “sferrare l’attacco” alle Alpi: “L’avanzata” spaziò dalle Dolomiti alle Alpi Retiche, e il gruppo del Masino in particolare offrì agli indomiti alpinisti pane per i loro denti. Riesco a immaginare il giovane Fero quando, nell’estate del 1980, insieme ad altri compagni,  raggiunge la selvaggia Val Torrone: lo vedo, durante la ripetizione della Taldo Nusdeo, sul Picco Amedeo, insieme a Bouhslav Ciernik, accorgersi di una affascinante nuova linea di diedri e fessure appena sulla destra e dire:“Ehi Bohslav, Perché non andiamo a darci un’occhiata domani o dopo?”. Così, senza bisogno di troppe pianificazioni, né di equipaggiamenti particolarmente avanzati, lui e Ciernik due giorni dopo conquistano in tempi record la famosa Feri Ultra, tutt’oggi conosciuta come una delle vie più belle e complesse del Masino: sesto grado, qualche passo artificiale valutato fino all’A3, e, il più difficile da emulare, organizzazione in stile Fero1, cioè “ Che aspettiamo?”. La stessa estate conquiste dei Ceki saranno anche "Formaggio e Vino", ancora sul Picco, a sinistra della Taldo Nusdeo e, sempre ad opera di Fero e altri, Il "Diedro dei Cecoslovacchi", sulla Punta Ferrario; non mancarono poi nuove realizzazioni sul Badile, sul Cengalo, sulla Sciora…
Ma è chiaro che Fero, da vero sceriffo in pensione con la stelletta ormai nel cassetto, non ama parlare delle sue gloriose imprese: mi invita piuttosto all’ennesimo brindisi con la pivo, che non rifiuto di certo.
Dall’interno della sala del nostro Horsky Hotel, affacciato sul lago Popradske Pleso, sugli Alti Tatra, arrivano voci concitate; l’atmosfera è alla “Amici miei”: tutti i vecchi leoni dell’alpinismo cecoslovacco, piacevolmente contenti di ritrovarsi ancora tutti lì, (ciò è comprensibile se si pensa agli enormi rischi contemplati nella loro filosofia alpinistica), bevono e cantano.
Certo, guardando tutte le fortissime fibre nascoste sotto le barbe grigie, capi spedizione e pionieri d’altri tempi, mi chiedo che cosa c’entro io in questo raduno, che potrebbe ragionevolmente chiamarsi “Solo per vecchi guerrieri”.
“E che cosa andresti a fare nei Tatra?”, “ Te l’ho detto mamma, Rampik è stato invitato a presentare una sua serata all’annuale meeting dell’associazione alpinistica James SHS, il presidente è Igor Koller, quello del Pesce!”, “ Pesce? Non andavi in montagna? Torna piuttosto per iscriverti all’Università!”.

Interrompe i  miei pensieri un arzillo vecchietto con immancabile Pivo in mano che mi invita a ballare, ma non posso sperare nell’esclusiva perché vedo che lo fa con tutte le donne presenti.
Martin mi rivela che il mio cavaliere è uno dei pionieri dell’alpinismo invernale dei Tatra: durante gli anni dell’Unione Sovietica, per fuggire a problemi politici non meglio identificati si nascose in una grotta con altri compagni; lì visse per 5 anni, inverni compresi, e quel luogo divenne il punto di partenza e il campo base per l’apertura di una lunga serie di vie alpinistiche sulle cime della zona. ( sabotaggio? Attività controrivoluzionaria? In effetti ha l’aria di uno che ne ha scampate tante…)
 
Ricevo un secondo invito a ballare, stavolta dal grande Igor Koller in persona: Igor, sbronzo solo di acqua naturale come tutti i veri atleti, è appena tornato dall’ennesima escursione in Marmolada, uno tra i suoi prediletti terreni di gioco, respinto dal maltempo appena prima di concludere la sua ultima via dedicata alla moglie Editha.
È lo stesso Igor a svelarmi che Martin, il nostro interprete della serata, nonché purtroppo il proprietario del nut che avevo abbandonato in parete il giorno stesso, è in realtà Martin Heuger, ovvero l’autore, insieme a Oto Bajana, della prima salita in libera della difficile "Elettroshok" sul Picco Amedeo, nel 1994.
 
La vanità non è tra gli invitati della serata, infatti anche Martin sembra stupito quando vogliamo complimentarci con lui, preferendo mostrarci le sue doti di baritono: lui, Fero e Igor sono le voci più significative di un coro che si crea per accompagnare le note delle canzoni popolari dal sapore dell’est Europa.
Grazie agli spiriti scaldati dalla musica e dall’alcool, dopo pochi minuti siamo già grandi amici del chitarrista: Josef Zigo, che scopriamo essere anche un arrampicatore, si offre di ospitarci dalle sue parti, per mostrarci nuovi luoghi in cui scalare.
L’inaspettato incontro con questo personaggio, che si rivelerà un amico oltre che un ospite perfetto, cambierà il corso successivo del nostro viaggio...
" (segue)

Popradske Pleso

Lapidi sotto la parete di roccia... slovak style


Alla base della parete con Vlado, Olinka, Silvia, Igor, Mat'o e Doktor


Cartolina dai Tatra (foto Vlado Linek)



La conferenza in rifugio

Vecchie glorie slovacche

Con Jaro e Olinka


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